Castello “De Sanctis”
Il Castello di Roccacasale sorto alle pendici del Monte Morrone, domina arroccato, il piccolo borgo sottostante.
La presenza del castello dona un aspetto caratteristico e così influenzandone anche il nome, che originariamente prima dell’edificazione del castello era denominato “Casalis” per poi diventare “Rocca Casalis” .
L’Edificazione
Eretto intorno al 925 D.C. per volere del Duca di Spoleto Adalberto.
L’obiettivo della costruzione era quello di dover sbarrare un’importante via di passaggio agli arabi e ad altri popoli ostili.
Vari documenti di quei tempi narrano che il Duca di Spoleto nominò valvassore della Valle Peligna Pietro De Sanctis che: grazie alle sue spiccate virtù militari, aveva il compito di individuare il luogo dell’edificazione di tale rocca.
Incertezza della data
Numerosi studiosi del secolo passato attribuiscono varie e differenti date alla edificazione del castello a causa della carenza di documenti.
Per esempio lo storico “Chris Wickham” indicò come data presumibile dell’edificazione l’anno 1056 D.C., altri come il “Petrogalli” intorno al 1025. A supporto della data di edificazione del 925 (indicata da Antonio De Sanctis, discendente della dinastia), ci viene in aiuto una pergamena di Ottone I, dove vi ritroviamo un’attestazione di encomio “per la bella e forte costruzione” a Pietro De Sanctis il quale, nel frattempo, si schierò con il suo esercito per scacciare forze ostili nell’Italia meridionale.
In seguito alla morte di Pietro, vi succedettero i suoi discendenti, i quali ottennero il titolo di barone della Valle Peligna per tutta la loro dinastia. In particolar modo, Roccacasale e il suo castello, raggiunsero l’auge dell’importanza sotto il barone Riccardo De Sanctis, in quanto era molto conosciuto a Venezia grazie alla sua partecipazione alla IV Crociata, così facendo diede un importante impulso all’attività commerciale del territorio e del borgo.
1524
A causa della scarsa documentazione e alla poca leggibilità di quella giunta fino ad oggi, la storia del castello e del borgo ci sono quasi del tutto sconosciute dal 1200 fino al 1500.
Nel 1524 il barone Giandomenico De Sanctis, testimoniato da vari documenti storici, coadiuvò il Marchese di Pescara in varie battaglie contro i Francesi. Tali documenti testimoniano anche che; una volta sconfitti i Francesi nella battaglia di Pavia, grazie anche alle spiccati doti militari del Marchese, il Barone Giandomenico scortò lo sconfitto Re di Francia Francesco I verso Madrid.
La “Battaglia di San Terenziano”
A segnare definitivamente la storia, l’importanza e i tratti architettonici del castello, è senza dubbio la battaglia di San Terenziano.
Nel 1798 in seguito all’occupazione dell’Italia da parte dell’esercito Napoleonico, il Barone Giuseppe Maria De Sanctis insieme al Marchese di Pescara si riversarono a Cassino in seguito all’assedio della città. A causa della sconfitta, il Barone e il Marchese furono costretti alla resa. Nella via del ritorno, all’altezza di Popoli, il Barone prese il comando di contingenti armati, radunati dai paesi adiacenti, animati dai recenti appelli del Re Ferdinando che, attraverso vari proclami, spronò gli abruzzesi. Adunate le truppe, si iniziò a preparare la resistenza per contrastare i francesi che erano in dirittura d’arrivo per la Valla Peligna.
L’esercito napoleonico si affacciò nella Valle attraverso la città di Popoli, dove nel frattempo avvenne una sanguinosissima battaglia. Risolta la questione a Popoli i Francesi si incolonnarono per entrare definitivamente nella conca e così arrivare a Sulmona.
Ma fu alle porte della Valle che il Barone De Sanctis, con tutte le su forze tentò di sbarrare la strada alle forze nemiche. La battaglia durò 5 giorni, ma tutto fu reso vano dall’arrivo di rinforzi Francesi. Questa battaglia passerà alla storia come la Battaglia di San Terenziano.
Annientate le truppe del Barone, le truppe napoleoniche organizzarono una rappresaglia nel paese di Roccacasale prima di arrivare a Sulmona.
La distruzione del castello di Roccacasale
Le truppe si propagano per tutto il paese che: nel frattempo, era rimasto senza un’opportuna difesa a causa della battaglia di pochi giorni prima. Molte vittime si registrarono dopo il passaggio dei Francesi, ma in particolare l’ira degli occupanti si riversò sulla famiglia Baronale. Così facendo uccisero tutti i parenti e famigliari del Barone che era impegnato nella Battaglia alle porte della Valle Peligna. Il castello rimase distrutto durante l’assalto e dato alle fiamme. La popolazione rifugiatasi nelle montagne circostanti si salvo e ritornando in paese presero atto della distruzione causata dal passaggio dei Francesi. Il forte distrutto e reso irriconoscibile non fu mai più riportato al suo vecchio splendore. Questo fino al 1996, quando attraverso dei lavori di riqualificazione fu arrestato il processo di decadimento della struttura.
Don Donato Taddeo
Tra le tante vittime in particolare, si racconta di Don Donato Taddeo che: uscendo dalla parrocchia di San Michele Arcangelo con una croce in mano, sperando di fermare le aberranti azioni delle truppe. Ma nel tentativo un colpo di sciabola decapitò sotto gli occhi di tutti i prete. Alcuni documenti parrocchiali riportano tali testimonianze, indicando il nome dei deceduti e il luogo di sepoltura.
Costretta alla capitolazione Roccacasale, anche a causa dagli ingenti danni e alle numerose vittime perse la sua importanza a livello locale.
A differenza di quanto si può pensare il castello non è stato distrutto dallo scorrere del tempo, ma bensì per mano dell’uomo. Le mura del forte nascondono una grande storia che a molti è ancora sconosciuta.
Configurazione del castello
La conformazione della fortificazione rientra a pieno titolo tra i “castelli-recinto” a pianta triangolare.
Molto simile ai castelli aquilani di Popoli ,S. Pio delle Camere, Barisciano e Fossa non mancano comunque elementi di distinzione. La forma semi quadrata della torre principale distingue il castello di Roccacasale dai precedenti nominati, ma purtroppo gli eventi passati e il trascorrere del tempo ci hanno lasciato intatto solo la parte Sud-est della torre.
La configurazione a pianta triangolare con all’apice la torre, risultava essere quasi essenziale vista la conformazione del luogo dove sorge il castello. Questo per scongiurare un vantaggio strategico per le truppe nemiche che attaccavano la parte superiore aggirando il castello e quindi arrivando dall’alto. In questi casi la torre posta all’apice diveniva il principale punto di contatto con le truppe nemiche e così ritrovarsi comunque in una posizione di svantaggio rispetto a chi difendeva il forte.
Palazzo Baronale del Castello di Roccacasale
Un altro elemento distintivo e quasi unico del castello, è sicuramente la presenza di un palazzo baronale all’interno del forte. Questo aspetto ci indica che la fortificazione non era utilizzata solo per far rifugiare la popolazione durante un assedio, ma anche per ospitare la famiglia baronale.